domenica 30 maggio 2021

I pro-life non sono nemici delle donne e non giudicano nessuno

Prima di entrare nel vivo della discussione è necessaria ancora una premessa. A chi dice che battagliare contro l’aborto è disumano perché ravviva il dolore nelle donne che hanno abortito, facciamo rapidamente alcune considerazioni:

1) Ci dispiace sinceramente per il dolore di queste donne, verso le quali francamente non nutriamo alcun sentimento negativo, ma se una campagna anti-abortista dovesse servire a diminuire il numero degli aborti, il bene raggiunto sarebbe, dal nostro punto di vista, superiore a questo male. Del resto non ci poniamo problemi a dire che la violenza domestica è sbagliata, che l’abbandono degli animali è sbagliato, che guidare in stato di ebbrezza è sbagliato, ecc. Eppure in ognuno di questi casi potremmo trovare persone che si sono rese colpevoli di tali misfatti e che a ripensarci oggi vengono divorate dal rimorso. Resta il dovere morale di denunciare ciò che è sbagliato, in modo che si ripeta sempre di meno, e i sensi di colpa di chi sbagliò in passato rientrano nelle normali ed inevitabili sfide della vita, che spesso è fatta di dolorosi riesami della propria coscienza.


2) Quando condanniamo l’atto, non stiamo dicendo nulla invece su chi l’ha compiuto. Anche se può sembrare assurdo ad alcuni, per noi è possibile considerare l’aborto un omicidio senza dover concludere che chi ha abortito è un’omicida, in quanto le intenzioni, imperscrutabili dall’esterno e forse anche dall’interno, sono il fattore che maggiormente qualifica il protagonista di un’azione. Una donna resa poco lucida dalla sofferenza, vittima di pressioni ambientali e magari anche ignorante su alcune questioni non è certo parificabile ad un assassino lucido. Per lo stesso motivo condanniamo l’idea di mettersi al volante dopo aver bevuto, senza per questo assimilare chi ha commesso questa leggerezza ai serial killer.



3) Il fatto stesso che una donna che ha abortito possa sentirsi così facilmente colpita da una campagna anti-abortista è indice del fatto che la sua coscienza non è pacificata, indizio del fatto che l’aborto effettivamente deve avere qualche cosa che non va.